mercoledì 26 giugno 2019

Origine e fondazione del monastero di Fasano - XVIII sec.


Gradualmente, metteremo a disposizione degli amici e amiche del Blog, materiali d'Archivio talvolta inediti, perché si rendano conto delle ricerche in corso e non solo di lanci ricchi di fantasia sui social per non deformare ed impoverire, ancora una volta, una preziosa memoria di fede per secoli abbandonata, prima che questo Blog provasse a riproporla alla pubblica attenzione. Studiare significa, oltre ad un serio lavoro di ricerca scientifica, rendere poi effettivamente accessibili a quanti sono interessati notizie e materiali di qualità, non solo foto e copertine.



Origine e fondazione del monastero


Ora perché, lode al cielo, si ammira in questa nostra patria di Fasano con stupore anche dei vicini una delle più belle opere ridotta col divino aiuto a tutto punto di perfezione, col rappresentare l’origine, il proseguimento e l’ultima mano della sua perfezione al che, a mio credere, riuscirà non disdicevole ai paesani lettori, nel vedere da quali principi si ebbe un tanto bene nella lor patria e come poi, quasi ad un tratto, sia arrivato a tanto che altri simili non abbia che invidiare e sol rimanga il debito di rendere le grazie al sommo Iddio.



E per non più tenere sospeso chi legge, io parlo del Venerabile Monastero di Religiose di questa terra di Fasano sotto il titolo del glorioso S. Giuseppe e Regola della S. Madre Maria Maddalena de' Pazzi. Il quale, si cominciò con gli auspici del cielo, come or ora si vedrà, non può non dirsi opera gloriosa in questa patria. Eccone intanto il come e il quando.


Racconto di guarigione delle fondatrici e loro vestizione come Terziarie Carmelitane Scalze

Si venera, a cinque miglia da Fasano verso mezzogiorno, devotissima immagine di Maria Santissima detta di Pozzofacete, così chiamata, dall’aver detto la stessa Vergine, le predette parole da più secoli a certi che, ivi, nel medesimo luogo, si affaticavano nello scavarvi un pozzo, quale oggidì si vede nel lato sinistro all’entrare che si fa dentro la chiesa, ampliata dalla pietà fedele de' compatrioti di Fasano e de' forestieri.
E come piena di grazia è stata sperimentata da questo nostro paese che se la prese per Patrona principale e più potente presso l’Altissimo, solenizzandone il giorno festivo con gran concorso di paesani e forestieri, con ogni dimostrazione di devota allegria, nel primo giovedì dopo la Pasqua di Resurrezione.
Da questa miracolosa immagine ebbe il suo principio l’opera gloriosa di cui parliamo nel modo appunto che segue.
Vivevano in questa Terra di Fasano, Francesco Paolo Semeraro ed Angela Pistoia, coniugi di onesti natali e costumi lodevoli. Questi, fra gli altri frutti del loro matrimonio, ebbero quattro figlie, chiamate, l’una Antonia, Vitantonia la seconda, Grazia l’altra, e l’ultima Anastasia, vergini tutte, e quattro d’esemplare ritiro e timorose di Dio.
Ne invidiò l’inferno un tal loro pregio, che si ammalarono tutte e quattro e i Genitori, con dispendio non poco, le condussero e le mantennero per più anni nella sopraccennata chiesa di nostra gran Signora immacolata Vergine Maria di Pozzofacete. Si compiacque alla fine la Gran Signora Vergine Madre di Dio liberare le quattro ricordate Vergini dalla loro malattia.



sabato 22 giugno 2019

Quoniam non intellexerunt





"Perché non compresero le opere del Signore
e nell'opera delle tue mani
li annulli"

Chi compie il male, finisce 
per distruggere solo se stesso...


sabato 8 giugno 2019

Ex Processu Beatificationis 1 - XVIII sec.





Gradualmente, metteremo a disposizione degli amici e amiche del Blog, materiali d'Archivio talvolta inediti, perché si rendano conto delle ricerche in corso e non solo di lanci ricchi di fantasia sui social per non deformare ed impoverire, ancora una volta, una preziosa memoria di fede per secoli abbandonata, prima che questo Blog provasse a riproporla alla pubblica attenzione.


Ex Processu Beatificationis

Coelestis Sponsus, cuius deliciae sunt esse cum filiis hominum et quem virgines sequuntur, quocumque ierit, fragrantissimum puritatis et innocentiae florem sibi delegit Rosam Maria Serio…


Lo Sposo celeste, le cui delizie sono con i figli degli uomini e che le vergini seguono dovunque vada,  scelse per sé il fiore profumatissimo di purità e innocenza della Rosa Maria Serio. 

Costei, dove prima fiorì, prese con sé l’olio dell’amore divino e a Lui restituì, accesa fino all’incontro con lo Sposo celeste, la lampada che era stata a lei consegnata, e brillò sopra ogni altra per i meriti di tutte le virtù e per i doni di tutti i carismi… 


Superate molte [difficoltà] non senza l’opera mirabile della divina provvidenza, entrambe le sorelle [Maddalena e Romana], con volto colmo di gioia, nel 1690, per la festa della Madonna del Rosario (al tempo nella prima Domenica di Ottobre) entrarono nel monastero delle Suore Carmelitane. E Romana fu chiamata dalla priora Rosa Maria, in quanto illuminata da una celeste visione dell’Arcangelo Michele.


Riguardo alle virtù, durante il noviziato, brillò fino al miracolo, così che tutte in lei intuirono un esemplare  assoluto di religiosa perfezione:  brillava di singolare modestia che con la voce, con il volto, con gli occhi, con il modo di camminare e tutte le azioni che operava, sembrava a tutti un angelo e  ispirava devozione

Ai colloqui ai quali non poteva sottrarsi, parlava di cose celesti con tanta soavità, tanta forza dell’amore divino, che il suo volto si coloriva e sembrava rapita. Amava stare in cella e non ne usciva se non per obbedienza; in essa pregava, trascorrendo in ciò anche alcune ore della notte.



La mattina della Pentecoste del 1694, mentre la Serva di Dio, si trovava a refettorio, si udì come un tuono e sul suo capo, come un fulmine, discese un globo di fuoco tanto che lei cadde a terra. Accorsa la superiora e tolto il velo, si avvide che anche la tunica interna, in corrispondenza del cuore, sembrava bruciata, tanto che fu necessario cambiarla. 
Tornata in sé, suor Rosa Maria, per obbedienza andò in coro dove si ascoltava la Messa, e il suo volto parve sempre più infiammato e sembrava che avesse palpitazioni. Dopo la messa, esaminando velo e sottoveste, i testimoni videro che il fenomeno si era ripetuto.