Vergine senza pari
tra tutte la più mite
Scioglici dalle colpe
rendici casti e miti.
Carmine di Presicce
1579
L'antica chiesa del Carmine fu edificata nel 1579, sotto il titolo di san Giovanni Battista, come richiesto dal committente, Martino Alfarano ai Carmelitani di Lecce.
Successivamente, diventata troppo piccola, tra il 1680 e il 1695 fu totalmente ricostruita. Una epigrafe reca la data di completamento, mentre fu consacrata il 2 giugno 1705. I lavori furono eseguiti dal mastro Ercole Orlando e promossi dal priore del convento don Giovanni Melcarne.
La chiesa del Carmine si presenta a navata unica. Lateralmente, sono presenti quattro altari: Sant’Anna e San Gioacchino con Maria Bambina, Santa Maria Maddalena de' Pazzi (e non Santa Teresa come usualmente si asserisce), Crocifissione, e Sant’Angelo Martire con Sant’Eligio.
L’altare maggiore, in stile barocco, è a portelle, Nel fastigio dell’altare maggiore è allocato un antico dipinto della Vergine con Bambino, sopra una statua si S. Giovanni Battista in legno.
Di particolare bellezza è l’altare maggiore in pietra leccese ricco di colonne tortili e bassorilievi. Trattandosi di chiesa dedicata alla Madonna del Carmine al centro è presente una sua icona su tavola, affiancata dalle statue di sant’Elia e sant’Eliseo affiancati a loro volta, sulle paraste, dalle statue di sant’Angelo di Licata, martire, e sant’Alberto di Trapani, entrambi carmelitani, come evidenzia l'abito religioso con tonaca e scapolare marrone e cappa bianca (in molte descrizioni sono stati confusi con Santi omonimi).
I simboli degli stessi Santi sono richiamati nel bassorilievo del paliotto dell’altar maggiore: la palma (in riferimento al martirio di sant’Angelo di Licata) e il giglio (simbolo di sant’Alberto di Trapani).
Sopra le due colonne tortili che incorniciano la tavola, superiormente, sono poste le statue in pietra leccese, di S. Maddalena de' Pazzi (a destra) e S. Teresa (sulla sinistra rispetto all'osservatore). Le stesse due Sante, sono presenti in bassorilievo, sul basamento delle colonne dell'altare.
E' molto evidente che S. Maddalena è raffigurata con una corona di spine e un soggolo più ampio sovrapposto alla cappa, con le braccia incrociate sul petto, mentre S. Teresa è identificata dalla penna e da un libro aperto. Ma ancora più interessante si presenta una tela, il cui soggetto è stato erroneamente identificato con "S. Teresa". In realtà, si tratta di S. Maria Maddalena de' Pazzi, probabilmente per mano di un pittore locale, con dei particolari di notevole interesse.