Dall'ultimo intervento del Card. Ponente, Carlo Maria Sacripanti, risulta come il Visitatore, il Vescovo Vinditti, designato per pacificare le tensioni presenti nel monastero dopo la morte della Rosa Serio, tra anziane più osservanti (tra cui le Sorelle Serio) e alcune delle giovani che volevano uno stile di vita meno penitente e rigoroso, era andato al di là del suo mandato e, per riuscire ad ottenere l'allontanamento di Benedetta e Michela Serio, era intervenuto non solo orchestrando una campagna di diffamazione contro la Venerabile, ma anche prendendo provvedimenti contro le sue memorie e reliquie prima di informare la Congregazione dei Riti (competente) e tempestando il Papa, attraverso la Segreteria di Stato (non competente, ma al fine di creare un polverone), di lettere proprie e altrui, firmate e anonime, contro la Rosa Serio.
In particolare, un predicatore molto noto, tale p. Cammilla, propose di far fuori la Biografia della Venerabile con una formula ambigua (donec corrigatur - finché non sia corrretta), senza specificare cosa era da correggere.
Inoltre, gli atti della prima Visita fatta al Monastero da mons. Giusti, Vescovo di Venosa, in cui si attestava la coerenza di vita delle Sorelle Serio e delle anziane a fronte dei problemi delle più giovani, furono del tutto ignorati.
Disgraziatamente, il parere del cardinale e il voto favorevole della Congregazione di deporre e sanzionare il Vinditti e di nominare due nuovi Giudici per chiarire la verità, non fu ascoltato e, misteriosamente, passò la tesi degli accusatori.
In particolare, un predicatore molto noto, tale p. Cammilla, propose di far fuori la Biografia della Venerabile con una formula ambigua (donec corrigatur - finché non sia corrretta), senza specificare cosa era da correggere.
Inoltre, gli atti della prima Visita fatta al Monastero da mons. Giusti, Vescovo di Venosa, in cui si attestava la coerenza di vita delle Sorelle Serio e delle anziane a fronte dei problemi delle più giovani, furono del tutto ignorati.
Disgraziatamente, il parere del cardinale e il voto favorevole della Congregazione di deporre e sanzionare il Vinditti e di nominare due nuovi Giudici per chiarire la verità, non fu ascoltato e, misteriosamente, passò la tesi degli accusatori.
Relazione fatta il dì 2 Aprile 1746 alla Sacra Congregazione de’ Riti dall’E.mo e R.mo Sig. Cardinale Sacripante Ponente della Causa della Venerabile Suor Rosa Maria Serio, circa alcune innovazioni seguite in pregiudizio di essa causa e della buona fama di essa Ven. Suor Rosa Maria per opra di Mons. Vinditti, Vescovo di Polignano.
Per ordine di Sua Santità, essendo stati trasmessi dalla Segreteria di Stato con biglietto de’ 23 Gennaro, anno corrente, a Monsignor Segretario de’ Riti diversi fogli concernenti ciò ch’era succeduto sovra la causa della Venerabile Suor Rosa Maria Serio...
Ricevuti i medesimi fogli, osservai esservi fra quelli compreso, un estratto di lettera scritta li 10 Decembre 1745, alla detta Segretaria di Stato, dal medesimo Monsignor di Polignano [Vinditti] delegato come sopra, in cui umilia le sue premure a Nostro Signore [Papa], affinché si proceda ad esaminare la finta santità e gl’inventati miracoli della defonta Suor Rosa Maria Serio...
Era pur compreso tra essi altro estratto da lettera scritta in data dei 24 Dicembre alla detta Segreteria di Stato da Monsignor Nunzio di Napoli, il quale reputa parte del suo dovere, passare alle mani del Signor Cardinale Valenti, altri fogli...
Ed osservati questi, vidi esservi una lettera del Padre Rizzi de’ Minimi che si asserisce confessore ordinario del detto Monastero, scritta d’ordine dello stesso Monsignor Vinditti al detto Monsignor Nunzio, in data de 4 Novembre 1745...
Oltre tali fogli, mi ha comunicato pure Monsignor Promotore, tre lettere del Signor Cammilla, prete della Missione, dirette al signor cardinale Portocarrero, nella prima delle quali, scritta li 29 Ottobre dell’istesso anno 1745... [dove si afferma] che, se Sua Santità avesse data l’incombenza a Monsignor Visitatore Vinditti... sarebbe venuto a luce ogni cosa. Nella seconda, scritta li 20 Dicembre del detto anno 1745, dopo di aver raccontato la traslazione delle sorelle Serio in altro Monastero, dice che Iddio ha permesso tutti i nostri rumori in detta casa religiosa per tagliar il capo alla menzogna... e conclude che
basterebbe per ora li proibisse la Vita della supposta Venerabile Suor Rosa Maria, con la clausola donec corrigatur, che si chiudesse la porta che dalla chiesa dà l’adito al di lei frequentato sepolcro e si vietasse il mandarne fuora le reliquie, perché così, a poco a poco, senza molto rumore si porrebbe in silenzio ogni cosa.
basterebbe per ora li proibisse la Vita della supposta Venerabile Suor Rosa Maria, con la clausola donec corrigatur, che si chiudesse la porta che dalla chiesa dà l’adito al di lei frequentato sepolcro e si vietasse il mandarne fuora le reliquie, perché così, a poco a poco, senza molto rumore si porrebbe in silenzio ogni cosa.
Stemma della Famiglia Sacripante |
Per quello poi [che] riguarda il merito di essa causa, mi trovo in obbligo di riferire all’EE.VV. che, contro l’esposto da Mons. da Polignano, dal confessore Paolotto e dal prete della Missione, militano i processi fattisi auctoritate ordinaria del 1729 e 1730, con l’appoggio de' quali fu descritta e stampata in Roma medesima, col permesso de’ Superiori, quella Vita strepitosa che abbiamo di questa suor Rosa Maria e ne fu formata la Posizione per l’introduzione della causa; qual posizione ho riassunta ed ho osservato che settantasei furono i testimoni esaminati in tal congiuntura, fra quali si contano trenta monache e, fuori di quattordici altre femine estere e di pochi congiunti, gli altri sono due confessori e tutte persone qualificate, sì ecclesiastiche che secolari, che uniformemente dissero a favore della detta suor Rosa Serio e nelle animadversioni fatte con la solita energia e diligenza da Monsignor Promotore, non vedo rilevata cosa alcuna di quelle, le quali ora si mettono in campo per lo scredito di questa causa.
Milita ancora, il testimonio di esso Monsignor di Polignano [Venditti], il quale nelle sue lettere postulatorie, scritte nel 1738, 1740 dice che:
"Riguardo al Monastero dove la Serva di Dio visse e morì è presente la viva testimonianza delle monache e la conoscenza da parte di molti delle testimonianze della viva santità, senza alcun problema di osservanza e da ogni parte è confermata l’opinione di una virtù eroica esercitata dalla Serva di Dio".
Noci - Monastero di S. Chiara dove furono trasferite, contro il proprio volere, le Sorelle Benedetta e Michela Serio |
E’ bene anche sapere che Monsignor Giusti, Vescovo di Venosa, il quale fu delegato per la Visita di questo Monastero avanti Monsignor di Polignano [Vinditti], in una Relazione che mi ha comunicata il detto Padre Postulatore [p. Serafino Potenza, carm.] e che asserisce avergli trasmessa il detto Vescovo ed essere[ci] copia di quella che il medesimo Prelato mandò a Sua Santità, descrive la mala qualità di molte religiose giovani di quel Monastero, contrarie alle Madri Serio, sorelle della defonta Venerabile, quali attesta essere di un ottimo costume e molto amanti della regulare osservanza e delle costituzioni del Monastero...
Sarei pertanto di sentimento, quando così piaccia all’EE.VV., che si dovesse suddelegare uno o più giudici affatto nuovi e nulla prevenuti in tale affare, i quali si portassero su la faccia del luogo e con tutta esattezza, esaminando l’una e l’altra delle Visite e tutto quello si è deposto a favore e contro suor Rosa Maria, ne dessero poi una piena, distinta e sincera relazione a questo Supremo Consesso, per potere in tal forma giudicare se abbia a proseguirsi o desistere dall’intrapreso corso di questa causa.
Nessun commento:
Posta un commento