Un clima da fioretti percorre le testimonianze di guarigione ottenute attraverso l'intercessione della Venerabile Rosa Maria Serio.
Nelle non eccelse conoscenze mediche del secolo XVIII, sia per le infezioni più gravi, sia nelle epidemie che nelle gravidanze a rischio, la preghiera era l'unica ancora a cui aggrapparsi e, in diversi casi, il Signore permetteva che il grido del povero fosse esaudito.
Sarà un caso, ma scorrendo le diverse testimonianze in varie fonti, sembra che la Venerabile, senza escludere nessuno dalle sue attenzioni a partire dalle sue consorelle, nutrisse un amore di predilezione per i piccini e per le mamme in attesa, anche se avevano perso il loro piccolo e causa di ciò rischiavano ancor di più la vita se non riuscivano a partorire.
Perché ci si possa rendere conto della stima che circondava questa semplice monaca si riportano, lievemente aggiornati, ma senza fronzoli, alcuni dei testi più significativi.
Vita Maria Cosano di Fasano,
aveva una bimba con le braccia rattrappite e non poteva afferrare nulla con
le sue mani. La mamma, fiduciosa nella preghiera della madre Rosa Maria, la
condusse al monastero e chiese ad una monaca di presentargliela. La madre Rosa
Maria si commosse nel vedere la situazione della bambina. Dopo aver pregato per
lei, disse alla monaca di offrirle una ciambella e di portarla alla mamma, come
se fosse una cosa normale. Quale fu la sorpresa della mamma quando la bimba le
tornò in parlatorio perfettamente guarita. Ne fu così felice che, uscita, ne
parlava a chiunque incontrava.
Angela Maria Vitale era nata
paralitica e doveva essere sollevata di peso fino ai tre anni. Portata al
monastero dal padre, fu segnata dalla madre Rosa Maria con la Croce dopo aver
pregato e, davanti a tutti, cominciò a camminare tornando a casa con le sue
gambette.
Marianna Airoldi era nata
paralitica e per quattro anni non aveva mai camminato né mosso le braccia. Portata alla madre Rosa Maria questa la segnò con la croce come abitualmente faceva e immediatamente la piccola scese dalle braccia dei genitori e camminò fino a tornare a casa.
Domenica Manzile era incinta e il piccolo era morto,
ma pure avendo dolorose doglie non riusciva a partorire per otto giorni.
Disperando di salvarla, medico e levatrice, le applicarano un pezzetto dello
scapolare della madre Rosa Maria e in breve poté liberarsi del feto ormai
deteriorato.
La madre Nicola Baldassarri, da otto mesi per un otite catarrale purulenta, oltre a molto dolore, aveva quasi perso l’udito in un orecchio. Inginocchiatasi davanti alla madre appena defunta appoggiò l’orecchio al suo corpo e sentì subito cessare il flusso di pus e ritornare l’udito. Tutta la comunità si stupì. (Gentili 233)
Suor Agnese da Cerignola, conversa, aveva un tumore ad un
ginocchio che cresciuto sempre di più le impediva di camminare. Sapendo che dal
suo corpo era uscito del sangue, la notte successiva alla morte della madre
Rosa, chiese delle pezzuole e se le pose sul ginocchio. La mattina era
perfettamente guarita tanto da partecipare al suo funerale. Nicola Ercole, bambino di
otto anni con braccio con piaghe ulcerose, applicando una reliquia della madre
Rosa Maria, fu velocemente guarito.
Benedetto Surleo, dopo un
ictus, invocando il patrocinio della madre Rosa Maria, fu guarito
perfettamente.
Suor Maria Brigida
Tanzarella, aveva in un braccio un tumore grande quanto un uovo, dopo essere
ricorsa inutilmente all’arte medica, applicando una reliquia della madre Rosa Maria,
svanì e rimase
perfettamente guarita.
Don Carmelo Nicola Caporizzi,
Arciprete di Rutigliano, era ridotto in fin di vita per un’ulcera che lo aveva
tormentava fino a cadere in depressione. Implorando l’intercessione della madre
Rosa Maria e applicando le sue reliquie, fu immediatamente sanato.
Angela Marcovilli, bimba di quattro anni, dal vaiolo
fu ridotta in fin di vita e sembrava spirata. Dopo un’ora da ciò, la mamma con
viva fede invocò la madre Rosa Maria, e la piccola si riprese.
Nessun commento:
Posta un commento