venerdì 24 maggio 2019

Gen. Ventimiglia - XVIII sec.







Gradualmente, metteremo a disposizione degli amici e amiche del Blog, materiali d'Archivio talvolta inediti, perché si rendano conto delle ricerche in corso e non solo di lanci ricchi di fantasia sui social. 
Ricordiamo con affetto a tutti coloro che copiano questo blog senza citarlo che, ad evitare inutili discussioni, le fonti non saranno indicate in modo scientifico ma solo generico. Così, a chi nutre sincera amicizia per la Madre Rosa Maria, si possono offrire, in forma divulgativa, veri contenuti storici e teologici per conoscerla e riscoprirla. Non basta la foto di un frontespizio (magari leggendo bene le date), per fare uno studio.
A chi ama gli spot, si suggerisce prima di dedicare molto tempo ad uno studio serio e fondato per non deformare ed impoverire, ancora una volta, una preziosa memoria di fede per secoli abbandonata, prima che questo Blog provasse a riproporla alla pubblica attenzione.


Gen. Mariano Ventimiglia 

Ven. Suor Rosa Maria Serio


Fra Mariano Ventimiglia fu storico e poi generale dell'Ordine Carmelitano (1762-1768) ma, forse per le sue origini napoletane, poco è stato apprezzato dalla storiografia successiva. Seguì da vicino le vicende della madre Rosa Maria, non molto amata dalla parte più rilassata del suo istituto, anche per l'amicizia con il postulatore generale Potenza. Non potendo riparare ai danni precedenti presso la Congregazione dei Santi, scrisse della carmelitana anche un bel profilo. A lui si devono gli ultimi volumi editi della Liturgia Carmelitana, ormai rarissimi (solo due censiti nelle biblioteche internazionali), prima dei profondi cambiamenti del XX sec. (1938) che determinarono il definitivo abbandono del rito gerosolimitano sia nella prassi che nelle accentuazioni del legame col Santo Sepolcro di Gerusalemme.


Finalmente, terminati di già i sette anni d’infernali patimenti sofferti per la salute de’ peccatori, consolò Iddio la sua serva, con un prodigio restituendole l’uso delle mani e dei piedi ed insieme le forze e la salute di prima. Quindi è che furono a lei addossati successivamente vari offici come d’infermiera, ruotara, procuratrice, Maestra di novizie e finalmente qullo di Priora: e questo fu ricorrendo l’anno 1704 quando ella aveva non più che anni 28 e circa un mese d’età, per speciale impulso del Cielo a comuni voti delle Religiose fu eletta Superiora del Monastero: ufficio che solo per ripetuti precetti d’obbedienza accettò.


Vari altri prodigi operò pure il Signore per mezzo della pia priora nel tempo del suo governo a benefizio, non solo delle particolari Religiose, ma anche del comune del Monastero, tra quali furono le varie prodigiose moltiplicazioni delle cose alla Comunità necessarie, di maniera che colla sua santa e prudente condotta avvantaggiò tanto il Monastero sì nello spirituale, come nel temporale, che divenne uno de’ più insigni di quella Provincia.



Più notabili erano l’eroiche virtù che ornavano il di lei animo, come quella profonda umiltà sua, colla quale da Superiora si rese la serva più vile di tutte.

La carità con cui trattava le Religiose tutte, così nel servirle inferme, come nell’ammonirle o mortificarle, la compassione ed amore verso i poveri che per nutrire privava de’ cibi la propria bocca, fino a dare la propria coperta, lenzuoli e guanciali del suo letto e altra volta fino a spogliarsi della propria camicia per vestire un ignudo che alla porta chiedeva soccorso. 


L'arricchivano, infine, penitenza, pazienza e altre virtù, che noi per brevità tralasciamo ed ella in grado perfetto esercitava.




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