Tra il 1908 e il 1928, diverse personalità nel clero regolare e secolare, avevano tentato di riscoprire la testimonianza della Serio.
Probabilmente, per una serie di errori fatti da diversi soggetti romani (che saranno trattati in altro contributo), il procedimento canonico era andato incontro a complicazioni sempre maggiori e difficilmente reversibili.
Ciò nonostante, la Diocesi di Monopoli a cui Fasano apparteneva, volle promuovere al suo interno e nelle regioni vicine, una vera e propria
campagna di firme per chiedere una riapertura del processo canonico.
La Provvidenza ci ha donato la possibilità di visionare un intero incartamento del tempo con oltre tremila firme di fedeli che videro un'intera tipografia di Mesagne impegnata a pieno ritmo per stampare moduli predisposti per favorire la riapertura della causa.
Aprivano la sottoscrizione le autorità civili e militari, per passare alle diverse realtà religiose di Fasano: il capitolo della Collegiata, la Gioventù femminile, la Congrega dell'Assunta, di San Francesco da Paola e di San Giuseppe, la Confraternita dell'Immacolata e del SS. Sacramento del Carmine, il Terz'Ordine di San Francesco, la Società di Mutuo soccorso e tantissimi semplici fedeli.
Si passò alle città vicine, da Taranto al Seminario di Molfetta, una moltitudine venne coinvolta.
Anche se un dato, ancora una volta, stupisce.
Dalla raccolta di firme ritrovate mancano del tutto attestazioni provenienti da Conventi e Monasteri Carmelitani sia dell'Antica Osservanza che degli Scalzi. Certo, possono essere state perdute. Di fatto però non risultano, ad oggi, con le altre migliaia di firme recuperate. La ricerca continua.
(continua...)
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