Gradualmente, metteremo a disposizione degli amici e amiche del Blog, materiali d'Archivio, talvolta inediti, perché si rendano conto delle ricerche in corso e non solo di lanci ricchi di fantasia sui social per non deformare ed impoverire, ancora una volta, una preziosa memoria di fede per secoli abbandonata, prima che questo Blog provasse a riproporla alla pubblica attenzione.
Ex Processu Beatificationis
Coelestis
Sponsus, cuius deliciae sunt esse cum filiis hominum et quem virgines sequuntur,
quocumque ierit, fragrantissimum puritatis et innocentiae florem sibi delegit
Rosam Maria Serio…
Lo Sposo celeste, le cui delizie sono con i
figli degli uomini e che le vergini seguono dovunque vada, scelse per sé il fiore profumatissimo di
purità e innocenza della Rosa Maria Serio.
Costei, dove prima fiorì, prese con sé
l’olio dell’amore divino e a Lui restituì, accesa fino all’incontro con lo
Sposo celeste, la lampada che era stata a lei consegnata, e brillò sopra ogni
altra per i meriti di tutte le virtù e per i doni di tutti i carismi…
Superate molte [difficoltà] non senza l’opera
mirabile della divina provvidenza, entrambe le sorelle [Maddalena e Romana],
con volto colmo di gioia, nel 1690, per la festa della Madonna del Rosario (al tempo nella prima Domenica di Ottobre) entrarono
nel monastero delle Suore Carmelitane. E Romana fu chiamata dalla priora Rosa
Maria, in quanto illuminata da una celeste visione dell’Arcangelo Michele.
Riguardo alle virtù, durante il noviziato, brillò fino al miracolo, così che tutte in lei intuirono un esemplare assoluto di religiosa perfezione: brillava di singolare modestia che con la voce, con il volto, con gli occhi, con il modo di camminare e tutte le azioni che operava, sembrava a tutti un angelo e ispirava devozione.
Ai colloqui ai quali non
poteva sottrarsi, parlava di cose celesti con tanta soavità, tanta forza dell’amore
divino, che il suo volto si coloriva e sembrava rapita. Amava stare in cella e
non ne usciva se non per obbedienza; in essa pregava, trascorrendo in ciò anche
alcune ore della notte.
La mattina della Pentecoste del 1694, mentre la
Serva di Dio, si trovava a refettorio, si udì come un tuono e sul suo capo,
come un fulmine, discese un globo di fuoco tanto che lei cadde a terra. Accorsa
la superiora e tolto il velo, si avvide che anche la tunica interna, in
corrispondenza del cuore, sembrava bruciata, tanto che fu necessario cambiarla.
Tornata in sé, suor Rosa Maria, per obbedienza andò in coro dove si ascoltava
la Messa, e il suo volto parve sempre più infiammato e sembrava che avesse
palpitazioni. Dopo la messa, esaminando velo e sottoveste, i testimoni videro
che il fenomeno si era ripetuto.
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